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Femara Letrozolo Opinioni dei pazienti

By June 20, 2023July 2nd, 2023No Comments

Femara Letrozolo Opinioni dei pazienti

Il tamoxifene impedisce così agli estrogeni di comunicare con le cellule tumorali e di stimolare la proliferazione di queste ultime. In tal modo riduce il rischio che la malattia torni dopo l’intervento e l’eventuale radio e/o chemioterapia, e abbassa di circa il 40 per cento la probabilità che si sviluppi un nuovo tumore nell’altro seno. Lo studio SOLE ha arruolato 4884 donne in postmenopausa con carcinoma mammario operabile, luminale (HR+) e con stato linfonodale positivo. Le pazienti dovevano aver ricevuto un intervento di chirurgia mammaria con intento radicale e dovevano aver completato almeno 4-6 anni di terapia endocrina adiuvante.

I pazienti trattati con ribociclib + letrozolo complessivamente hanno mantenuto la qualità della vita correlata alla salute rispetto a quelli trattati con letrozolo in monoterapia, e non è stato identificato alcun nuovo problema di sicurezza. Non sono molti gli studi che hanno confrontato gli effetti sul metabolismo osseo da parte dei diversi inibitori ma da quei pochi non sono emerse differenze significative. Uno studio di comparazione tra exemestane e anastrozolo ha rivelato una differenza significativa ma ridotta (31% contro il 35%) nel numero di eventi (nuove diagnosi di osteoporosi) riportati dalle pazienti stesse ma un’analisi dettagliata dell’osso non ha registrato altrettante differenze nelle variazioni di BMD tra i due trattamenti.

  • Questa associazione permette un potenziamento dell’efficacia della terapia ormonale e di ricorrere più tardi alla chemioterapia, in donne sia in menopausa sia in premenopausa.
  • Viene utilizzato sempre in combinazione con lo steroide (prednisone o prednisolone) per ridurre gli effetti collaterali quali ipertensione, ritenzione idrica o ipopotassiemia.
  • Gli ormoni sessuali, estrogeni e progestinici, sono implicati anche nello sviluppo del cancro dell’ovaio, stimolando la proliferazione delle cellule cancerose.
  • Ha, inoltre, inserito il raloxifene nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale per il trattamento preventivo del carcinoma mammario in donne in post-menopausa ad alto rischio.
  • La terapia adiuvante (o precauzionale) prolungata con l’inibitore di aromatasi Letrozolo, dopo 5 anni di terapia endocrina, è approvata e utilizzata in tutto il mondo per le donne in menopausa operate per tumore del seno sensibile ad ormonoterapia e con linfonodi ascellari positivi.

Anche uno studio che ha confrontat letrozolo con anastrozolo non ha mostrato differenze nella probabilità di sviluppare osteoporosi tra i due farmaci. Questi dati sono supportati da una recente pubblicazione dove non sono state rilevate differenze significative tra anastrozolo, exemestane e letrozolo né per quanto https://steroidiacquistare.com/product/eutropin-4iu-di-alta-qualit-negli-stati-uniti/ riguarda l’osteoporosi né per le fratture. È stato dimostrato che le differenze genetiche possono modulare l’entità della perdita ossea dovuta agli inibitori dell’aromatasi. Il polimorfismo nel gene CYP19A1, infatti, è stato associato a un aumento del rischio di perdita ossea durante la terapia con IA.

Terapia ormonale per il tumore dell’endometrio

Smettere la cura prima del tempo rischia di vanificare l’effetto protettivo del tamoxifene contro un possibile ritorno della malattia. I medici valutano nei singoli casi, sulla base di diversi fattori, quale approccio seguire, quale farmaco usare o quando eventualmente sostituire un farmaco con un altro, per esempio se si osserva una scarsa risposta da parte del tumore. Gli effetti indesiderati gravi più comuni di Kisqali (che possono riguardare più di 1 persona su 50) sono bassi livelli di globuli bianchi, nausea, vomito, stanchezza, dolore dorsale, alterazione dei valori del sangue in riferimento alla funzionalità epatica e bassi livelli di fosfato nel sangue (ipofosfatemia). Gli effetti indesiderati più comuni di Kisqali (che possono riguardare più di 1 persona su 5) sono bassi livelli di globuli bianchi, cefalea, dolore dorsale, nausea, vomito, diarrea, stipsi, stanchezza, perdita di capelli ed eruzione cutanea.

  • La rigidità articolare ha colpito un po’ tutto il corpo, ma il dolore, quello terribile, era perlopiù ai piedi.
  • Nei tumori con recettori ormonali positivi in fase precoce a tutte le età e in quelli in fase avanzata, la terapia ormonale per il tumore del seno generalmente si assume per bocca una volta al giorno, di solito sotto forma di compresse.
  • L’endometrio, infatti, come la ghiandola mammaria o l’ovaio, risponde ciclicamente all’azione degli ormoni sessuali femminili, estrogeni e progesterone, che nella donna in età fertile fanno proliferare e maturare ogni mese questo tessuto per predisporlo a un’eventuale gravidanza.
  • Il tamoxifene è usato da più di trent’anni per contrastare la crescita dei tumori al seno con recettori ormonali sulle loro cellule.

Una valida alternativa al trattamento con analoghi LHRH può essere rappresentata dal trattamento con LHRH antagonisti o antagonisti del GnRH (per esempio il degarelix), specie nei pazienti a maggior rischio di flare-up o nei quali sia necessario ottenere più rapidamente la risposta terapeutica. Gli antagonisti del GnRH inibiscono direttamente l’LHRH a livello ipofisario attraverso un meccanismo di tipo competitivo e bloccano la secrezione di LH e FSH senza determinare effetti agonisti, consentendo pertanto di evitare il fenomeno del flare-up. Nelle prime settimane di trattamento questi farmaci possono scatenare (in misura diversa da farmaco a farmaco e in relazione alle caratteristiche individuali) un effetto paradossale di esacerbazione dei sintomi detto flare-up.

Femara

Dopo 2 settimane di sospensione sono passata ad un altro inibitore dell’aromatase, l’exemestane (Aromasin, ma esiste anche il generico). Ora, al 7° mese di terapia in corso, sto decisamente bene, oserei dire senza alcun effetto collaterale rilevante. Per il tumore in stadio avanzato, invece, si utilizzano antiestrogeni (tamoxifene) o progestinici (megestrolo o medrossiprogesterone); soprattutto questi ultimi rappresentano un’alternativa alla chemioterapia in alcuni tipi di tumore specifici che, per le loro caratteristiche, non sono molto aggressivi. La consistente riduzione dei livelli di testosterone in circolo, necessaria per contrastare la crescita delle cellule tumorali, si può ottenere grazie a specifici farmaci oppure con un intervento di orchiectomia bilaterale.

Il Letrozolo dovrebbe venire preso solamente dopo la menopausa o se non si possono avere figli.

I FANS svolgono attività analgesica e antinfiammatoria, la risposta a questi farmaci è però individuale e varia da paziente a paziente, così come diversi sono gli affetti avversi. Nel tumore dell’utero, la terapia ormonale si prescrive solo quando la malattia colpisce l’endometrio, il rivestimento interno dell’organo, ma non quando riguarda il collo, cioè nel caso di tumore della cervice uterina. L’endometrio, infatti, come la ghiandola mammaria o l’ovaio, risponde ciclicamente all’azione degli ormoni sessuali femminili, estrogeni e progesterone, che nella donna in età fertile fanno proliferare e maturare ogni mese questo tessuto per predisporlo a un’eventuale gravidanza. È un inibitore selettivo di biosintesi degli androgeni che blocca potentemente il CYP17, un enzima chiave nella sintesi di testosterone da parte di ghiandole surrenali, testicoli e cellule tumorali.

terapie più mirate grazie alle ricerche in corso sulla biopsia liquida

Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale. Alla diagnosi sono seguiti circa sei mesi di chemioterapia e poi cinque settimane di radioterapia. Solo quando l’oncologo mi ha prescritto il Temoxifene, ho iniziato a perderli di nuovo, per la precisione dopo un anno e sette mesi che assumevo il farmaco.

Il trattamento ormonale è comunque un’arma preziosa per ridurre il rischio che la malattia diagnosticata in fase iniziale si ripresenti dopo un trattamento locale, ma anche per ridurre i sintomi della malattia in stadio avanzato, rallentando o fermando la crescita delle cellule tumorali. In questi casi gli ormoni riescono in genere a controllare il tumore della prostata per diversi anni. Questi farmaci agiscono attraverso un duplice meccanismo, uno correlato alla soppressione degli estrogeni e l’altro diretto alla cellula tumorale. I risultati dello studio sono stati pubblicati nel 2019 sul Journal of Clinical Oncology e potrebbero portare a un cambiamento nella pratica clinica.

Letrozolo

Novartis continua a valutare ribociclib attraverso il solido programma di sperimentazione clinica MONALEESA, comprendente due ulteriori studi di Fase III, MONALEESA-3 e MONALEESA-7, che stanno valutando ribociclib in combinazione con diverse terapie endocrine partner in una vasta gamma di pazienti, incluse le donne in premenopausa. Ribociclib riceve parere positivo del CHMP dell’EMA come trattamento di prima linea per carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico HR+/HER2- in associazione con un qualsiasi inibitore dell’aromatasi. Il trattamento può iniziare prima, durante o dopo la radioterapia e prosegue per un periodo variabile da sei mesi a tre anni. Quando la malattia è troppo estesa o diffusa per essere trattata efficacemente con l’intervento chirurgico o la radioterapia, e se sono presenti metastasi ai linfonodi o disseminate, la terapia ormonale rappresenta lo standard di riferimento.

Le raccomandazioni e le precauzioni che gli operatori sanitari e i pazienti devono osservare affinché Kisqali sia usato in modo sicuro ed efficace sono state riportate nel riassunto delle caratteristiche del prodotto e nel foglio illustrativo. Chi è in terapia farmacologica, è necessario che utilizzi prodotti a elevata protezione, o anche indumenti protettivi quando ci si espone. Ci sono, ad esempio, alcune chemioterapie fotosensibilizzanti, cioè aumentano la sensibilità della cute alle radiazioni del sole. Ciò significa che la pelle essendo più delicata può andare maggiormente incontro a scottature e a reazioni indesiderate.

Sole e tumore: i consigli del medico per i pazienti oncologici

Si è visto, per esempio, che in presenza di una frattura vertebrale vi è un rischio maggiore di fratture vertebrali successive. È importante, accanto alla terapia, curare lo stile di vita dedicandosi a una regolare attività fisica (utilissimo è camminare), prevenendo il rischio di cadute ed evitando movimenti scorretti, soprattutto a carico della colonna”, ha raccomandato la specialista. “Una delle soluzioni è cambiare il composto dell’inibitore dell’aromatasi oppure ricorrere a terapia farmacologica o non farmacologica; è importante poi che il reumatologo spieghi al paziente a cosa è dovuto il dolore e quali prospettive ci sono nel suo controllo.